Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Aymé Marcel
Titolo: La giumenta verde
Editore: Donzelli 2006
Nella Francia degli anni 30 questo romanzo, ambientato nella campagna degli anni 70 dell'800, avrà fatto scalpore? Penso proprio di si. Aymé ci racconta, attraverso le parole della giumenta verde, un cavallo dal manto verde che ha costituito l'attrazione del villaggio e che poi ha continuato a sopravvivere in un grande ritratto posto sul muro vicino a quello di Gambetta nel salotto di una delle famiglie protagoniste , amori, furori, vizi, miserie, incesti, maldicenze, di un piccolo gruppo di contadini e della vita tumultuosa dei loro figli, nipoti, cognati, fratelli nella Francia fin de siècle. L'espediente narrativo di far parlare la giumenta conferisce originalità alla narrazione di fatti quotidiani indagati in modo romanzesco ma con un taglio nettamente sociologico che ci restituiscono una immagine inedita di quella società , della religiosità, dell'attaccamento alla politica, della libertà nelle pratiche della sessualità che avevamo conosciuto solo attraverso i grandi romanzi naturalisti, privi di quell'ironia e della leggerezza e del tono a tratti quasi giocoso che contraddistinguono le pagine di Aymé. Efficace la traduzione italiana, e bellissima la copertina , con una riproduzione da Chagall che sembra nata per il libro.

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